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30° Rapporto sulle migrazioni dell’ISMU (Iniziative e Studi sulla Multietnicità)
Un rapporto sull’andamento dei flussi migratori e dei processi di integrazione in Italia e in Europa
Nel 2025 il Rapporto sulle migrazioni dell’ISMU (Iniziative e Studi sulla Multietnicità) è giunto alla sua trentesima edizione. II volume, presentato a Milano il 17 febbraio 2025, ripercorre l’andamento dei flussi migratori e dei processi di integrazione in Italia e in Europa negli ultimi trent’anni, con una ricostruzione storica del fenomeno che evidenzia le trasformazioni avvenute e l’impatto che l’integrazione della popolazione con background migratorio ha avuto sulla società.
Oltre ad offrire la consueta panoramica statistica delle migrazioni attuali in Italia, il volume analizza la partecipazione al mercato del lavoro, la scuola multiculturale, le condizioni di salute e le appartenenze religiose. L’analisi dell’evoluzione del quadro normativo dedica un affondo specifico sulla questione dell’esternalizzazione del sistema d’asilo.
La ricerca propone anche un focus dedicato alla scuola. Nell’anno scolastico 2022/23 il numero degli alunni con CNI (cittadinanza non italiana), nati all’estero e nati in Italia, si attesta a 914.860 presenze, corrispondenti all’11,2% sul totale degli iscritti (8.158.138) dalle scuole dell’infanzia alle secondarie di secondo grado. Negli ultimi trent’anni, tale presenza è passata da meno dell’1% a oltre l’11%, con un aumento rapido tra il 1998 e il 2012, una crescita più lenta dal 2013 e un andamento oscillante dal 2020, influenzato anche dalla pandemia e dall’arrivo di studenti ucraini. La frequenza scolastica è più bassa nella scuola dell’infanzia (84,1% contro il 95% degli italiani) e tra i 17-18 anni (74,8% contro 81,6%), segnale di una maggiore dispersione. Oggi il 65,4% degli studenti con cittadinanza non italiana è nato in Italia, evidenziando un progressivo radicamento.
Gli studenti provengono da quasi 200 Paesi: il 44% ha origini europee, il 25% africane, il 20% asiatiche e l’8% latinoamericane. Le comunità più numerose sono rumena (149mila studenti), albanese (118mila) e marocchina (114mila), mentre la presenza cinese è in lieve calo e quella ucraina in crescita. La Lombardia è la regione con il maggior numero di studenti con cittadinanza non italiana (231.819), mentre l’Emilia-Romagna ha la percentuale più alta (18,4%). A Prato, questa quota raggiunge il 28%. Il numero di scuole senza studenti stranieri è sceso dal 43% del 2002 al 15,5% attuale, mentre quelle con oltre il 30% di alunni non italiani sono passate allo 7,9%.